ANTONIO DEL DONNO - A Morcone si rinnova l'arte del maestro sannita

09.08.2022

edited by Azzurra Immediato


Explorations - Beyond the Borders questo mese compie un viaggio differente, oserei direi personale e all'interno di quei confini che hanno a che fare con la genetica e le parentele. Non sono solita sbandierare né amicizie né affezioni nell'alveo del mondo artistico, poiché esso, tra le sue affascinanti trame nasconde, neppure troppo velatamente, invidie e, soprattutto equivoci di pregiudizio. Ma questo caso è differente, perché trattasi di un omaggio ad un maestro non più tra noi, Antonio Del Donno, nonché amatissimo Zio.

L'occasione è quella di una eredità che Antonio Del Donno ha lasciato alla comunità nella quale ho conservato la residenza, Morcone, nel Sannio beneventano, quel Sannio in cui le radici della famiglia Del Donno giacciono da generazioni.  

L'eredità è rappresentata da un'opera che, restituita alla comunità dopo un accurato e necessario restauro, è tornata al suo posto, nel parco cittadino, in dialogo con le persone che, da decenni, intraprendono un itinerario tra fontane d'artista e uno degli elementi più preziosi del mondo: l'acqua.

Gli eredi Del Donno, l'Archivio Antonio Del Donno, l'Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Luigi Ciarlo e dall'Assessore Giulia Ocone, nonché due esponenti della passata politica - la medesima dell'epoca in cui l'opera fu donata al Comune di Morcone dall'artista - Tommaso Paolucci e Ruggiero Cataldi, nella giornata del 7 agosto 2022 hanno accolto l'opera dopo il restauro portato avanti da Roberto e Carmine Lombardi della Buildings s.r.l. in un pomeriggio in cui ricordi personali e memorie collettive hanno dato origine ad un nuovo itinerario estetico e non solo.

Se il restauro, a più di vent'anni dall'installazione, abbisognava di una rinnovata cura, ecco che, al tempo stesso, il Parco Tommaso Lombardi, già Villa Comunale, necessitava di un inusitato legame con la propria storia e le opere che custodisce da decenni, affinché le generazioni future possano, accoratamente, stabilire una nuova relazione con i luoghi del quotidiano, latori, però, di quelle linee ispiratrici in grado di perimetrare il profilo degli individui, attraverso sogni e speranze.

L'opera di Antonio Del Donno, nel caldo agostano morconese e per gli anni che verranno, torna, dunque, a raccontare ciò che, nella sua ricerca, Egli aveva assegnato alla forza degli elementi quali simboli di decostruzione del dato reale al fine di un ritrovamento di dettagli ed elementi in grado di agguantare, dall'ignoto o da un passato ancestrale in noi radicato - e spesso obliato - la narrazione di quell'essenza esistenziale che, da sempre, gli artisti sanno profeticamente, mostrare. In tal modo, l'opera donata al Comune di Morcone nei primi Anni Novanta, tradottasi in 'fontana', definiva e definisce, oggi più che mai, una dimensione le cui tracce sono da innervare in una resistenza della materia e della forma che, nella leggiadria dell'una e nella progressione dell'altra, attuano ciò che appare come la scenografia di un sogno.

Antonio Del Donno, infatti, aveva la capacità, ben evidente nell'opera divenuta morconese, di fondere logos e techné tramite il tourbillon della materia, nella sua insistenza ontologica, per retaggio e ritorno immaginifico.

'Io ho questo da dire sul mondo e sulla vita, ciò che ho sentito, ciò che ho provato ed ecco, lo racconto nelle mie opere'.

Era solito affermare Del Donno, traslando in poesia visiva, che fosse pittorica, scultorea o fotografica, la gemmazione di ciò che il reale gli metteva dinanzi agli occhi e profondeva nel suo sentire. 

L'arte è quel che ci resta per capire come va il mondo, senza l'arte sarebbe impossibile capirlo' era solito ripetermi e in una simile e così abissale verità Egli acuiva quel desiderio le dinamiche del nostro tempo, del nostro sentire, la cui traduzione allegorica sempre sapeva stupire ed educare, attraverso i principi di un'etica umile ma universale. 

'L'unico dialogo che esiste. Le parole servono solo a compromettere ed alterare l'essenziale.'

In cosa si celi l'essenziale è facile comprendere - grazie al lavoro degli artisti - quanto Antonio Del Donno propugnasse attraverso il suo modo di fare arte, di interloquire con la materia prima che essa prendesse posto nel quotidiano d'altri. Ogni sua innata intuizione, lo sguardo principe che ha guidato la sua visione, sperimentalista tout court, hanno raggiunto apici di rara sapienza e liricità, sì da avergli permesso, in vita, di afferire a quel contesto artistico e filosofico da cui sarebbe nata la Transavanguardia.

Opere come 'la fontana' che oggi ritrova identità all'interno della Villa Comunale di Morcone e le molte presenti in collezioni pubbliche e private, italiane ed estere, così come quelle conservate nel Museo a lui dedicato a Santa Croce del Sannio, hanno la capacità di stupire ancora ed ogni volta.

Il lavoro tornato a narrare ai viandanti, post restauro, tramite ottone e acciaio, poeticamente aggregati per differenza, offrono alla circolarità e alla geometrizzazione della traccia, il quid tangibile e riconoscibile della commistione tra elementi quali acqua e luce, nella gemmazione di una cosmogonia che è sogno nel reale, in un momento in cui l'acqua è bene prezioso e s'accomuna all'arte, vox intrinseca dell'umano sapere.

Antonio Del Donno, da sempre disinteressato alla fama, ai clamori, alla spettacolarizzazione della sua arte, grazie alla sua relazione con la materia, con la forza degli elementi, con le vie della sapienza autentica, continua - anche ora che non è più - a farsi voce e sguardo di ciò che, altrimenti, resterebbe sopita e muta inenarrabilità. 

All'opera pubblica ritrovata, il 7 agosto scorso, ha fatto da contraltare anche una significativa mostra, piccolo ed intenso viaggio alla scoperta delle opere del maestro Antonio Del Donno custodite in collezioni private di cittadini morconesi che, per l'occasione, hanno fatto sì che lo sguardo d'ognuno s'appropriasse, per pochi e significativi istanti, del gesto, dell'idea e della materia dell'artista.

Forma e Parola, Azione e Riflessione, Poesia e Realtà si fondono, dando prova di quanto oltre la retorica di una sterile e fredda bellezza esista un intero universo, spesso simbolico e acuto, cui affidarsi per ancorarsi all'incertezza di questo nostro vivere. 

ANTONIO DEL DONNO

Morcone (Bn) , Parco Tommaso Lombardi

Opera permanente


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