Antonio Napolitano - La poetica del colore
10.11.2021
edited by Stefania Trotta

C'è
un posto più unico che raro che si trova a Nola, a venti minuti da
Napoli.
È l'officina
calcografica Il Laboratorio/Le edizioni di Nola di Vittorio Avella e
Tonino Sgambati. Dagli anni 70' questo luogo è stata la fucina di
artisti e poeti del settore come Achille Bonito Oliva, Fabrizia
Ramondino, Luigi Compagnone, Michele Sovente, Edoardo Sanguineti,
Mario Persico, Ernesto Tatafiore, Mimmo Paladino, Errico Ruotolo,
Gianni Pisani, Riccardo Dalisi e molti altri. Il Laboratorio nasce
per sviluppare nell'area napoletana, l'idea di libro e stampa
d'arte, come opera artigianale che unisce testo e immagine, in
edizioni numerate a tiratura limitata.
"Nasciamo
come stamperia d'arte per artisti, gallerie d'arte ed editori.
Nel tempo ci siamo specializzati nel lavorare direttamente con gli
artisti, in fondo io sono partito come artista e so come instaurare
un rapporto di fiducia."
Un
luogo che oltre ad essere archivio di numerosi artisti, nazionali ed
internazionali, è una risorsa patrimoniale fondamentale anche per
l'identità culturale del territorio in cui risiede.
Ne
è un esempio lampante la mostra dedicata all'artista nolano
recentemente scomparso Antonio Napolitano, allestita allo Spazio
Amira, centro culturale e di ricerca artistica a Nola, nato dalle
mani del nipote di Avella, Raffaele Avella.
L'esposizione
Antonio Napolitano. La
poetica del colore, a
pochi mesi di distanza dall'omaggio all'artista al Museo storico
archeologico di Nola, è una mostra didattica, perché riunisce tutto
il lavoro laboratoriale dell'artista dal 1981. Cinquantadue incisioni
di varie dimensioni, colorate e no, ricoprono le pareti dello spazio,
che sembra posseduto ogni volta da un artista preservato dal prezioso
lavoro de Il Laboratorio.
Diversi
i riferimenti che si possono trovare nelle incisioni esposte, dal
cubismo al futurismo, fino a una visione intima e minimalista,
strutturata su diversi piani del paesaggio.
Grande
sperimentatore Napolitano è l'ideatore di una tecnica particolare e
originale che vede l'utilizzo dei pastelli a cera, ben visibile in
alcune delle lastre di zinco, che sono state intelligentemente
riunite e messe a confronto, al centro della sala.
Il
triangolo, spesso presente, come protagonista centrale, nelle sue
ricerche ed opere incisorie è stato ispiratore dell'installazione
site specific di Raffaele Avella, posizionata nel giardino
comunicante con lo spazio.
Antonio
Napolitano (Nola
1936 - Pesaro 2020) è stato allievo della Scuola di Pittura
diretta da Emilio Notte, successivamente si era iscritto
all'Accademia delle Belle Arti di Napoli, ma interruppe gli studi
per intraprendere l'attività' d'insegnamento che lo portò in
Sicilia dove la sua pittura, dopo le prime esperienze figurative, fu
fortemente influenzata dalla forza della luce solare che associata
all'esperienza cubista finirà col caratterizzare la sua attività
futura. Nel 1961 vinse il Premio Banco di Napoli con l'opera Cristo
morto. Nel 1970 torna
a Nola, partecipa a mostre e manifestazioni, tra cui "Napoli
situazione '75", a cura di Enrico Crispolti e Gerardo Pedicini,
e si dedica all'insegnamento. Nel 1983 si dedica solo alla pittura e
approfondisce la pratica calcografica grazie alla collaborazione con
"IL LABORATORIO", che porterà il suo lavoro a essere
riconosciuto anche all'estero.
IL
LABORATORIO, fondato
nel 1978 da Vittorio Avella e da Antonio Sgambati, è tra le prime
dieci stamperie italiane ed è l'unica officina in Campania, in cui
si tramandano le preziose attività legate alle tecniche incisorie:
dall'intuizione alle prove compositive, fino alla stampa
definitiva.
Ha aperto
una seconda sede, nel 2008, nel cuore del centro antico di Napoli in
vico San Nicola a Nilo e un suo Laboratorio di arti applicate è
ospitato negli spazi di Casa Morra all'interno del progetto "Il
Quartiere dell'Arte", un percorso di rigenerazione degli standard
urbani attraverso la rinnovata centralità delle filiere culturali e
creative, come appunto quella dell'artigianato artistico.