Ground Vista Pictures and The Tale Brothers

19.04.2021

edited by Azzurra Immediato

Riccardo Bianco e Matt Sclarandis. Cambiare il mondo attraverso fotografia e film, in un viaggio senza confini.

Explorations Beyond the Borders si avventura in un viaggio video e fotografico seguendo Riccardo Bianco e Matt Sclarandis, anime di Ground Vista Pictures & The Tale Brothers, che insieme con loro abbiamo scoperto e condividiamo con voi lettori di Ottica Contemporanea.

Viaggiare, documentare, stravolgere il reale per mostrarne gli aspetti meno noti, per portare ad emersione storie ed accadimenti che definiscono, in maniera profonda, tutto quello che è al di là della linea che abbiamo creato per gestire la paura di quanto vive, avviene, si muove oltre la nostra comfort zone. I due fotografi, registi, viaggiatori, esploratori, amici Riccardo Bianco & Matt Sclarandis, annullano qualsivoglia limite di natura preconcettuale per adattare la propria visione ad un racconto che trasla il nostro modus vivendi in una dimensione altra, lontana, sconosciuta oppure, ipocritamente, tenuta lontano dalla nostra area prospettiva. È così che attraverso Ground Vista Pictures & The Tale Brothers, Bianco e Sclarandis hanno deciso di non mostrare semplicemente ciò che nei loro lunghi viaggi hanno incontrato, ma di compiere un passo in più. Ovvero generare una crescita collettiva attraverso la nuova memoria foto e videografica che andavano costruendo. Un progetto in grado di aiutare, tangibilmente, gli altri. Oltre il reportage, oltre il racconto condiviso, Riccardo Bianco e Matt Sclarandis sono diventati portavoce e volano di aiuto che si muove nel solco dell'empatia, della consapevolezza e della bellezza estrema, a volte violenta e dolorosa, ma pura, della vita oltre le barriere della nostra conoscenza.

Come nascono Ground Vista Pictures & The Tale Brothers?

La Ground Vista Pictures nasce nel 2017 fondata da Riccardo Bianco regista e documentarista. Fin da subito la società si specializza in documentari sociali di carattere umanitario, toccando tutti i continenti. La Ground Vista è una casa di produzione nomade che vive il suo obiettivo produttivo come un vera e propria missione che vede come primo punto la scoperta, vista sotto forma di viaggio, avventure e di comunicazione tra i disparati popoli di nelle parti più remote del mondo.

Prima di tutto, il progetto The Tale Brothers nasce dall'amicizia. Siamo due amici, Matt Sclarandis e Riccardo Bianco, che condividono lo stesso stile di vita. Ma non basta lo stesso stile di vita per arrivare ai The Tale Brothers. Il nostro segreto è che da sempre condividiamo lo stesso obiettivo e la stessa necessità di comunicare con i mezzi a nostra disposizione, che conosciamo e sappiamo usare. Matt con la fotografia e Riccardo con il video. Insieme, avendo la stessa mission, cerchiamo e raccontiamo le storie dei nostri protagonisti. Mettendo sempre davanti a tutto il rapporto e l'incontro con le persone che ci permettono di avvicinarci alle loro vite. Per diversi anni abbiamo girato il mondo insieme ma sentivamo la mancanza di qualcosa. Si, facevamo le nostre foto e i nostri piccoli report di viaggio ma non ci sentivamo completi. Era un autocompiacimento che non bastava più. Volevamo fare qualcosa per noi stessi e siamo forse riusciti a creare un progetto che può aiutare anche gli altri.

Non bastava più fare una foto per un giornale o un report per qualche palinsesto televisivo. Per questo nel 2019 siamo partiti per lo Sri Lanka per iniziare una nuova vita. Siamo partiti per trovare la nostra strada. Nel giro di pochi mesi nasce il progetto The Tale Brothers ed in 5 mesi abbiamo realizzato la nostra prima trilogia del progetto Watch it. Change it.

Raccontare storie è il vostro obiettivo, o meglio, è anche quello che i vostri obiettivi video e fotografici agguantano per poter poi diventare una narrazione capace di arrivare a persone spesso lontanissime ed ignare di ciò che i vostri occhi hanno visto, le vostre orecchie ascoltato. Qual è la vostra percezione rispetto a ciò che il pubblico 'occidentale' restituisce dei vostri reportages e dei vostri documentari?

Quando siamo sul campo a vivere la nostra avventura viviamo emozioni fortissime, dalle più belle alle più terribili e distruttive. Piangiamo o ridiamo con le varie persone che incontriamo. Molto di tutto questo sentimento è impossibile da far passare attraverso i mezzi di comunicazione che conosciamo. Un video o una foto arriveranno a raccontare e far sentire un'emozione solo fino a un certo punto. Per questo siamo consapevoli che i nostri documentari aprono solo una piccola finestra di informazione su un mondo enorme e disparato a noi sconosciuto.

Raccontateci del vostro primo viaggio come The Tale Brothers.

Il nostro primo viaggio e anche il momento in cui ci siamo conosciuti veramente per la prima volta. Il papa di Matt è morto di Alzheimer nel 2016. Pochi giorni dopo la sua morte a Dallas in Texas, Matt ha deciso di partire per fare un viaggio in moto sull'Himalaya ripercorrendo le orme di un viaggio di suo padre fatto 30 anni prima, portando con lui la macchina fotografica e iniziare a vedere il mondo attraverso un mirino come faceva suo padre. Mi contattò per andare con lui, perché sapeva che ero un viaggiatore e piaceva l'avventura anche a me. io accettati e da quel momento, iniziato come semplice viaggio, si trasformò in una piccola produzione cinematografica per realizzare un documentario sulle montagne più alte del mondo a cavallo di una moto. Il documentario, che stiamo girando da ormai quattro anni è ancora in produzione e si intitolerà The Archive.

Il vostro lavoro ha un fine duplice: raccontare ma soprattutto sostenere le cause umanitarie che attraverso le vostre immagini avete reso 'visibili'. In questi anni cosa siete riusciti a concretizzare in termini di aiuti e sostegno? Avete avuto modo di restare in contatto con le persone che avete scelto di aiutare?

Il nostro progetto è nato da poco più di un anno e siamo già riusciti a realizzare molto, l'abbiamo realizzato in due, a quattro mani e questo per noi vuol dire molto. Dal concepimento alla fine della prima trilogia è stato tutto realizzato esclusivamente da noi. Abbiamo trovato le storie seguendo quello che ci diceva il cuore e l'istinto; per questo crediamo fermamente in ogni nostra storia e ci immergiamo totalmente ed emotivamente nella vita delle persone che ci permettono di essere la loro voce per un momento. Cerchiamo di rimanere sempre in contatto con le persone che aiutiamo anche se alla fine sono state più loro ad aiutare noi aprendoci gli occhi su realtà di vita che non conoscevamo. Non è sempre facile mantenere un contatto totalmente diretto, la lingua è la prima barriera e molte volte la tecnologia non risolve tutti i problemi. Abbiamo molte storie e idee di posti dove andare nella nostra testa ma stiamo aspettando che non ci siano più le restrizioni di viaggio imposte dai governi per il controllo della pandemia.

Prima di tutto vogliamo avvicinarci di più ai nostri spettatori e persone che ci aiutano, organizzando delle proiezioni in diverse città italiane nell'estate 2021, occasioni in cui proietteremo i nostri documentari e ci sarà la mostra d'arte fotografica del nostro viaggio, gli incontri per scambi di idee e contenuti, sempre tenendo conto il nostro primo obiettivo: aiutare gli altri. Fatto ciò, potremo riprendere il nostro lavoro sul campo per la seconda trilogia firmata The Tale Brothers.

E ora del vostro ultimo viaggio.

Il nostro ultimo viaggio è stato appunto in Sri Lanka poco prima del Covid. Abbiamo realizzato The Fine Line reportage che racconta della continua lotta tra uomini ed elefanti per contendersi il territorio. Lo Sri Lanka è stato un ottimo posto per la nascita del progetto The Tale Brothers, è una piccola isola con dentro un grande mondo di diversità culturale e religiosa e la natura varia dai mari alle montagne. Ma è tutto contenuto e raggiungibile in poco tempo, per questo siamo riusciti in cinque mesi a prendere molta confidenza con il paese e con le persone che lo abitano.

Qual è il vostro desiderio più grande da esaudire attraverso il vostro lavoro e in che maniera avete deciso di condividerlo con chi ancora non conosce il vostro lavoro, anche al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica verso i temi che avete affrontato e affronterete?

Il nostro desiderio più grande è riuscire ad aiutare cause sempre più grandi. Arrivare a realizzare documentari che servano a sensibilizzare anche chi ha potere decisionale nel mondo. Arrivare ad aiutare cause sempre più globali e importanti per l'umanità. Inoltre crediamo sia molto importante non dimenticare il pianeta stesso, per questo la nostra attenzione va anche alla fauna e la flora che stiamo rapidamente modificando e distruggendo. Quindi, la nostra speranza è cercare di fare la differenza, senza mai dimenticare le singole persone che incontriamo sul nostro percorso.

Il Covid19 ha fermato la vostra attività, cosa avevate in progetto e cosa, invece, siete già pronti a documentare nel prossimo futuro?

Come a tutti, nel mondo, il Covid ha stravolto ogni piano. Siamo stati separati per molto tempo durante la prima ondata, eravamo ai lati opposti del mondo, uno in Nepal e l'altro a New York. Fortunatamente avevamo completato la nostra prima trilogia di documentari in Sri Lanka e così abbiamo portato avanti il progetto, continuando ad aiutare per quello che potevamo. Ora ci stiamo concentrando sul lavoro fatto. Speriamo di poter partire con le proiezioni al più presto.

Ho avuto la fortuna di ascoltare molte di queste parole dalla voce di Matt Sclarandis al Photolux Festival e di aver assistito alla proiezione di alcuni scatti e video, tanto da esserne rimasta profondamente colpita, non già e non solo per la loro forza etica ma sincera, ma anche per quella perfetta tensione alla bellezza che indica la strada per un nuovo sguardo catartico, per comprendere meglio ciò che accade al di là dei nostri confini e capire che, nel nostro piccolo, ognuno può far sì che il mondo, costruito su mendaci piattaforme, può ancora migliorare. Naturalmente, scegliere la grammatica e l'estetica straordinarie di Bianco e Sclarandis aiuta ad entrare in comunione profonda con il loro racconto, in maniera suggestiva ed affascinante, dimostrando come anche il tormento esistenziale del mondo possa racchiudere, in nuce, una bellezza negata, una bellezza accaparrata da noi 'occidentali' e che, ora, è il momento di ricondividere con tutti. Il programma di mostra, incontri, presentazioni al pubblico e proiezioni sarà certamente un modo unico e privilegiato per conoscere il lavoro di Ground Vista Pictures & The Tale Brothers e permettere ad ognuno di prender parte ad un nuovo cambiamento.