Leonardo Jaumann
edited by Azzurra Immediato
Quando penso al concetto di confine, in un certo qual modo, immagino sempre a quanto esista al di là di ogni limite o barriera. Probabilmente, negli anni, ho sviluppato l'idea di confine non già e non solo come quella di sbarramento, quanto, piuttosto, come quella di protezione. Ed è per questo che, mutando prospettiva, EXPLORATIONS - Beyond the Borders intende idealizzare tale diarchia concettuale, avviando una indagine che insista non soltanto sui confini territoriali ma anche di altra matrice.
Ed è per questo che, in questa pubblicazione, non incontreremo un artista, bensì un imprenditore, avvocato, consulente legale, Leonardo Jaumann, titolare dello storico ed omonimo studio legale milanese, deputato, in particolare, alle dinamiche della proprietà intellettuale. Insieme con lui ed il suo studio, dalla scorsa primavera, abbiamo intrapreso un percorso molto peculiare, ovvero una indagine plurima e multisfaccettata che porti in un percorso intersecante l'arte e la giurisprudenza, in maniera del tutto singolare, come si evince dalle relative pubblicazioni online. Accanto a tale tipo di ricerca, il metodo sviluppato, che appartiene anche ad alcuni principi dell'evoluzione di quell'universo da molti chiamati 'Arte & Impresa', è sfociato in progetti altri, più complessi ed ambiziosi, destinati ad un pubblico diverso e non solo di 'addetti ai lavori'.
EXPLORATIONS, perciò, all'indomani del lancio del nuovo progetto editoriale fortemente voluto da Leonardo Jaumann, ha scelto di incontrarlo per porgli alcune domande.
Leonardo, hai intrecciato la tua professione d'avvocato con l'arte. Quest'ultima, non più relegata a tua passione da collezionista o da difensore, in un certo qual modo, del valore del patrimonio intellettuale, ha assunto un ruolo primario nella veicolazione di un approccio legale del tutto peculiare. Come si è originata tale commistione?
Leonardo Jaumann: Non sono certo che tale commistione sia nata in modo consapevole, è stata più un'epifania trascendentale, o così è come l'ho vissuta: un'ispirazione e un "ritorno a casa", a quando arte, scienze e come gli esseri umani decidono di regolare la loro convivenza su questo pianeta non erano categorie divise artificiosamente. Questo aspetto è molto chiaro per chi studia storia del diritto o se ne ricorda. L'arte, come il diritto, sono dinamici e riflettono lo spirito del loro tempo. Nel bene e nel male.

JAUMANN, lo storico studio che oggi dirigi nel cuore di Milano, ha attraversato, negli anni, i mutamenti che la professione stessa e l'universo dei marchi e del brevetti ha visto scorrere. In che modo, l'arte ha proposto una metafora od un percorso parallelo a quanto accadeva nella sfera giurisprudenziale di questo peculiare ambito?
Leonardo Jaumann: Mi viene subito in mente un'espressione: tecnologia. La tecnologia stravolge spesso sia il mondo artistico sia il mondo della proprietà industriale. Non parlo solo della tecnologia perché brevettabile, ma ad esempio della tecnologia che crea arte, aprendo così un vasto dibattito sulla titolarità dei diritti d'autore. All'uomo o alla macchina?
La proprietà industriale come l'arte dipendono dalla creatività dell'essere umano. Se ritenerla poi arte o un brevetto, questo dipende dall'ordinamento(?). La creatività dell'esser umano muta col suo tempo e anche l'esigenza di proteggerla in modo adeguato muta con sentire del tempo. Le norme per tutelare i diritti di proprietà intellettuale mutano nel tempo e rispecchiano invero quello che si ritiene giusto proteggere in linea con il proprio momento storico e contesto socio culturale. Per noi spesso questi due mondi comunicano ahimè nelle aule giudiziarie, dove arte e proprietà intellettuale si fondono, si scontrano, viaggiano paralleli, ma in realtà questa commistione esiste anche fuori, c'è sempre.
Il tuo
studio ha scelto di affidarsi all'arte ed in particolare alla
fotografia per comunicare con i propri clienti in talune occasioni ma
anche di proporsi come sponsor per alcune ricerche artistiche; come è
nata questa idea e come si è sviluppata negli anni?
Leonardo Jaumann: Perché lasciare l'arte fuori? Perché relegare l'arte al tempo libero o altrimenti a un parere legale o a una vertenza? L'arte come oggetto di prestazione professionale non è l'unico modo di ricondurla nel mondo della proprietà industriale. L'intuizione dell'artista può essere un contributo fondamentale nella ricerca e sviluppo. Ad esempio, la collaborazione di artisti che lavorano con determinati materiali può dare origine a innovazioni molto interessanti nella collaborazione con industrie del settore. Credo che la ricerca artistica possa ben integrarsi con quella industriale. Il design ne è un esempio per eccellenza. Negli anni a quest'attenzione al mondo dell'arte si è anche affiancato un pensiero sul Made in Italy, inteso non tanto come quel Made in Italy disciplinato da apposita normativa, ma di eccellenza italiana e da qui, ad esempio, a settori come quello della ceramica, che ha una tradizione italiana immemore e di chi lavora su questo elemento sia artisticamente sia industrialmente.

Nel 2020, in collaborazione con l'artista e fotografo Fabio Ricciardiello, Jaumann ha creato un calendario per i propri clienti e partner, racconto per immagini di un viaggio in India, sviluppatosi lungo i 12 mesi dell'anno, lontano da retorica inutile e che, dalla primavera, ha accompagnato le persone in un immaginifico modo di muoversi nel mondo. Milano, una delle città che ha subito maggiormente la trasformazione del quotidiano in lockdown come ha accolto il progetto? E come, invece, è stato recepito dai partner e clienti stranieri?
Leonardo Jaumann: Resto stupito di come l'arte sia in grado di evidenziare l'umanità in ognuno di noi. Le persone, clienti e colleghi, si aprono, lasciano cadere le difese e mostrano il sentimento per l'arte e per la vita. Il focus si sposta dal lavoro alla persona e questo è fondamentale in un momento storico dove l'essere umano nella sua concezione individuale e globale è di massima importanza e dove - forse - deve recuperare una dimensione più propria. In un periodo come questo e come è stato il 2020, volevamo dare ai nostri clienti e colleghi con cui collaboriamo da anni e spesso anche giornalmente, un contributo che potesse distrarre e risollevare e abbiamo puntato a un linguaggio che raggiunge tutti: l'arte.
Per il 2021, ancora in collaborazione con Fabio Ricciardiello, JAUMANN ha pensato ad un progetto molto più ambizioso: THEBOOK, raccontacene.
Leonardo Jaumann: Un calendario dura 12 mesi dopodiché viene sostituito. Magari conservato, ma sostituito. Volevamo creare qualcosa che potesse restare e che potesse anche servire, oppure anche no. Un Notebook, un diario, è di per sé un oggetto che tutti hanno o hanno avuto. C'è chi ci scrive, in modo del tutto diversi, chi ci si confida, chi lo possiede solo perché si sente rassicurato di averlo, chi lo sfoglia anche solo per immaginare. È un oggetto magnetico e appena si entra in cartoleria, attrae. Le foto fanno da scenografia, fanno entrare in un mondo immaginario che speriamo possa accompagnare con serenità i pensieri, gli elenchi o qualsiasi cosa il BOOK custodirà. O anche che sia semplicemente bello da avere. In questo, la collaborazione con Fabio Ricciardiello, che conosce e sa interpretare il nostro gusto e il nostro messaggio è stata fondamentale.
Leonardo Jaumann, conclude affermando quanto gli "piacerebbe assistere a un momento storico in cui l'arte, l'approccio dell'artista, non siano segregati al mondo dell'arte, che per quanto vasto è, invero, infine microscopico, ma dove essi permeano per osmosi un po' tutto il resto, non perché sia "cool", ma perché di fatto lo fanno comunque. "
Nelle sue parole e nella sua visione, che ben conosco e con piacere ho scelto di condividere con voi lettori, il concetto di confine si rende futile, nullo, in virtù di qualcosa d'altro che, mediante le potenzialità filosofiche ed ontologiche dell'arte, riesce a giungere a tutti, in modo diverso, naturalmente, per background e sensibilità ma anche e soprattutto per approccio metodologico all'agire quotidiano, all'intero vivere. Le meraviglia e lo stupore dell'arte celano inimmaginabili risvolti che, in ogni ambito, sono in grado di generare sinergie vaste, inattese e sorprendenti. Quasi si trattasse di una incontrovertibile legge esistenziale...

In foto:
Leonardo Jaumann, ph ©Fabio Ricciardiello
THEBOOK, progetto editoriale Jaumann, 2021, ©Fabio Ricciardiello