Napoli Greco-Romana
edited by Teresa Peluso

L'Agorà di Neapolis.
..«Si tratta di una delle più antiche città d'Europa, il cui tessuto urbano contemporaneo conserva gli elementi della sua lunga storia ricca di avvenimenti. La sua posizione sulla baia di Napoli conferiscono al sito un valore universale senza uguali, che ha esercitato una profonda influenza su gran parte dell'Europa e al di là dei confini di questa.»
Unesco, 1995
Neapolis (dal greco Νεάπολις) fondata nel V sec. a.C. dai Cumani, è una delle città più antiche d'Europa.
Nel XVIII secolo i viaggiatori del Grand Tour opponevano Roma, città antica a Napoli, città moderna. Delamonce, un architetto lionese, in visita a Napoli nel 1719 dichiarò di aver visitato tutto ma di antico poteva citare solo pochissimi esempi.
Oggi sappiamo che le strutture della città antica sono perfettamente riconoscibili nel tessuto della città compresa tra via Foria e Corso Umberto.

Per avere un'idea concreta di questa continuità tra antico e moderno, bisogna recarsi a piazza San Gaetano, dove si nota Via dei Tribunali che interseca la piazza ed è parallela ad atre due strade, perfettamente equidistanti (180 metri). Queste vie sono le plateiai della Napoli greca, con orientamento est-ovest; mentre stenopoi sono le vie secondarie perpendicolari a questi grandi assi. La piazza San Gaetano sorge nel centro di quella che un tempo era l'agorà di Neapolis. La piazza occupava uno spazio di 25 ettari compreso tra Via Duomo e Via Nilo e fra l'Anticaglia e San Biagio dei Librai, un luogo enorme se si pensa che tutta la città era di circa 70 ettari.
Uno spazio importane dove si svolgevano culti, attività commerciali, mercantili e assemblee politiche.
Basta entrare nel chiostro della chiesa di San Lorenzo Maggiore per visitare una zona archeologica sotterranea. Dai lavori di scavo degli ultimi anni, sono emersi i resti di strutture sovrapposte che vanno dal IV sec. a.C. al VI sec.d.C.


Qui gli archeologi hanno ritrovato il macellum, mercato della città, costituito da un porticato rettangolare su cui si aprivano le botteghe, con una zona scoperta pavimentata a mosaico al cui centro c'era una zona circolare caratterizzata da marmi policromi. Il macellum si estendeva su una terrazza in parte artificiale sostenuta da ambienti che si aprivano su uno stenopos profondo, collegato alla plateia di Via dei Tribunali. Uno di questi ambienti doveva essere l'aerarium, edificio dove era custodito il tesoro della città. Inoltre si sono conervate le botteghe, la strada e altri edifici ricoperti da una colata di fango provocata probabilmente da un alluvione e su cui è stata costruita la basilica paleocristiana.
Altri resti di epoca greco-romana sono visibili all'esterno della chiesa di San Paolo Maggiore, costruita tra l'VIII e IX sec. d.C. sui resti del Tempio dei Dioscuri (I se.d.C.).

L'antico tempio aveva una lunghezza di 24 metri, un ampiezza di 17,40 metri e il prospetto con sei colonne. Lungo l'architrave correva una scritta dedicatoria "Tiberio Iulio Tarso fece ai Dioscuri e alla città il tempio e le cose che sono nel tempio/Pelagon liberto e procuratore dell'imperatore avendolo finito a sue spese lo dedicò".
Il tempio dunque era dedicato sia ai Dioscuri sia alla Polis.
Il culto dei Dioscuri ha radici molto antiche e giunse a Napoli da Cuma. In epoca romana, con Augusto il culto assunse valore dinastico.
Nel'500 la chiesa conservava ancora nel vestibolo il pronao del tempio purtroppo distrutto dai terremoti del 1631 e quello del 1688 di cui oggi restano le due colonne e le due basi.
Le statue dei Dioscuri, un torso e una statua acefala, sono state rimosse dalla facciata nel 1972. Sulla collocazione originaria sono state fatte diverse ipotesi, forse erano collocate alle estremità del frontone o collocati ai lati della Polis.
Lungo il decumano superiore, via dell'Anticaglia, si possono vedere i resti dei Teatri di epoca greco-romano.

Questi occupavano gran parte del settore nord dell'area e comprendeva anche l'agorà. Il nome della strada deriva proprio da due muri antichi in laterizio con due archi. Del teatro di epoca greca sono davvero poche le notizie, mentre del teatro di epoca romana si sa che aveva una capienza di circa 8000 spettatori, un diametro di poco più 100 metri e un'orchestra con un diametro di poco più di 20 metri. Oltre alle notizie riguardanti spettacoli di tipo tradizionale, tra cui l'esibizione dell'imperatore Claudio che ebbe il primo premio, anche l'esibizione estemporanea di Nerone del 65 d.C. fornisce informazioni utili sulla storia cosruttiva dell'edificio, perchè seguita da crollo.
Una curiosità: la colonna spezzata in marmo cipollino sul lungomare di Napoli, oggi monumento che ricorda i Caduti del mare, apparteneva all'odeion.

Vallet G.( 1995). Passeggiate archeologiche nella Campania antica. Electa Napoli.
Napoli antica(1985). Macchiaroli editore.
Bartolomeo
Capasso (1905).
Napoli greco-romana.
Arturo Berisio Editore Napoli.