Oltre la Forma – Beyond the Form
edited by Azzurra Immediato

EXPLORATIONS, nel suo indagare extramoenia, si sofferma, oggi, su un altro tipo di confine, non geografico quanto, piuttosto, concettuale, anche se, invero, in questo periodo i confini sono netti anche nel raggio di pochi chilometri, ove già tutto è alterità.
La nostra osservazione si ferma o riesce a giungere sino a Milano, in Zona Rossa sino a pochi giorni fa, dove è in corso la mostra 'Oltre la Forma - Beyond the Form'. Una collettiva del tutto peculiare, che pone in dialogo, negli spazi della Area35 Art Gallery di Giacomo Marco Valerio, sei artisti accomunati da una certa predilezione per l'abbandono della forma, della composizione accademica, a partire dal '900 per arrivare sino ai giorni nostri. Luca Coser, Pietro Finelli e Paolo Manazza incontrano Tano Festa, Mimmo Rotella e Mario Schifano. Un incontro che avviene ex post, mediante la volontaria presa di coscienza di dover affrontare la traduzione del reale secondo nuovi codici sperimentali, grazie ai quali uscire dalla perimetrazione del segno composto in foggia di forma accademica e oggettiva per assumere i tratti, gestuali ed ontologici, di una visione del tutto inusitata. La rottura con le regole era avvenuta ai tempi dei tre maestri presenti in mostra, Festa, Rotella e Schifano e ritorna, come per eco, nell'incontro con le opere di Coser, Finelli e Manazza, le cui grammatiche affrontano il linguaggio della forma e del segno secondo stili differenti ma che pur si inseriscono in tale alveo di ricerca, mai sopito e sempre più legato ad emersioni intellettive e afferenti alle vicende riconosciute dalla psiche, più che alla mera registrazione dell'universo mondano.

Luca Coser Polvere, 2020, in Oltre la Forma, Area35ArtGallery, Milano
Oltre la Forma, in verità, è una mostra progettata lo scorso anno, in veste similare ma con destinazione differente: nel mese di aprile 2020, infatti, sarebbe stata protagonista della stagione espositiva del Museo Nazionale d'Arte della Moldavia, nella capitale Chișinău. Come potete ben immaginare, l'intera programmazione estera della mostra è sospesa 'fino a data da destinarsi' ed è per questo che, è nata una sfida tra il gruppo di artisti, il gallerista e la sottoscritta: portare una esposizione di stampo museale in una galleria privata, la Area35 Art Gallery di Milano.

Pietro Finelli, Club Silencio. Film 2. 2020, in Oltre la Forma, Area35ArtGallery, Milano
Avendo avuto il piacere di curare la mostra e di convogliare le scelte degli artisti secondo un percorso di scrittura tradottosi nel catalogo e nell'allestimento, a voi lettori posso confessare ora quanto sia stato cogitato il continuo susseguirsi di attese, richieste, risposte, nell'immanenza più assoluta messa in campo dalla pandemia, nel pieno della prima ondata del Covid19.

Paolo Manazza, Fall, 2020, in Oltre la Forma, Area35ArtGallery, Milano
Poi le opere hanno preso posto, svelandosi al pubblico il 22 ottobre, nella serata in cui, poche ore dopo, Milano sarebbe entrata nel primo coprifuoco autunnale. 'Oltre la Forma', d'improvviso è diventata metafora di una alterità nuova, decisamente inusitata. Le visioni dei sei artisti, nel loro ritmato susseguirsi, concettuale e fisico, riuscivano a scandire le sensazioni che giungevano dall'esterno, confermando l'empatia totalizzante con il nostro tempo. Dalla decomposizione di Rotella, alla forza del gesto di Manazza, dalla specchiante visione di Schifano, allo specchio oscuro dipinto da Finelli, dalle rivelazioni cromatiche di Festa sino alle limbiche visioni di Coser spezzate da guizzi di colore e poi ancora, nuovamente, con altre percezioni, altre derive delle forme già note.

Tano Festa, Il campo di Arles nell'estate 1964, 1975, in Oltre la Forma, Area35ArtGallery, Milano
La sala della galleria accoglie e coinvolge il pubblico che si ritrova ad esser spettatore di un'idea così sintetizzata: "La forma, da sempre, ha combattuto una sorta di battaglia con la materialità del vuoto, con il mistero dell'incorporeo e la sua traducibilità, tentando di dar sostanza all'invisibile. Ci si chiede: è tutto figurabile e rappresentabile? La percezione, in che maniera si altalena tra l'impalpabilità del reale e, al contrario, la sua stessa sostanza?" e se l'intera concezione della mostra "insiste su una indagine che oltrepassa la retorica della mimesi realista evidenziando qualcosa di più profondo e viscerale, magmatico per alcuni versi, abissale per altri, sublime per altri ancora" il dialogo portato in scena apre a visioni immaginifiche, in grado di interagire con la diretta esperienza percettiva dell'osservatore. Alla bellezza ideale che non ha più le forme della classica si contrappone una bellezza che scardina e scompagina la forza dell'inafferrabile e del dettaglio che agguanta lo sguardo, fuggendone.

Mimmo Rotella, Vieni da Marilyn, 2005, in Oltre la Forma, Area35ArtGallery, Milano
Quel che sembrava un dialogo impossibile, si ritrova, invece, immerso in una corale conversazione che per modi, tempi e spazi, abita una dimensione di grande sorpresa e sospesa interrogazione.

Mario Schifano, Futurismo rivisitato, 1973, in Oltre la Forma, Area35ArtGallery, Milano
Da un museo ad una galleria, da una galleria, poi, ad una viewing room tridimensionale che ha supplito la presenza in assenza di possibilità, mutando, ancora una volta la forma e le sue constanti, generando un corto circuito e, al tempo stesso, una nuova impaginazione percettiva. Il presente, dunque, ha trasformato ancor più ciò che credevamo di aver compreso, mettendoci in condizione di intraprendere, davvero, un nuovo percorso, oltre la forma.