PIETRASANTA: dalla luna alle cavità del sottosuolo
edited by Teresa Peluso

La costruzione della basilica risale al 533, costruita sui resti di edifici di epoca romana, dove un tempo sorgeva il Tempio di Diana. Dal nome della dea romana della Luna deriverebbe il nome delle sacerdotesse, dianare e da cui,in seguito, janare.
Fu realizzata nella regio marmorata, nel sito utilizzato come luogo di discarica e dove, secondo le leggende, il demonio appariva sottoforma di maiale. Qui il vescovo Pomponio trovò la pietra coperta da un panno celeste, così come gli aveva indicato la Vergine durante un sogno.
Dal 1623 venne chiamata "Pietrasanta", per la presenza della pietra che dava indulgenza baciandola. Un tempo era conservata in un edicola sulla facciata della Cappella del SS.Salvatore chiusa da una grata mobile in ferro.
IL CAMPANILE
Il campanile, datato tra il IX e XI secolo, è il più antico della città. La costruzione in laterizi a pianta quadrata conclusa da una cupside, ospitava in alto fino ai primi anni del XVII secolo, la scultura della scrofa. Sono inglobati nella struttura del campanile opere in marmo di epoche precedenti, tra questi anche il ludus latrunculorum, una sorta di scacchiera di epoca greco romana.

LA CHIESA
Il Complesso è stato ricostruito nel XVII secolo su progetto di Cosimo Fanzago, i lavori iniziati nel 1653 furono interrotti nel 1656 a causa della peste. Solo grazie alle donazioni di Andrea D'Aponte, duca di Flumeri, furono ripresi i lavori e la chiesa fu consacrata nel 1678.
La facciata presenta un portale d'ingresso con timpano curvilineo limitato a sinistra dalla cappella del SS.Salvatore. In alto è presente la copia dello stemma della famiglia D'Aponte, l'originale è conservato all'interno della chiesa.
Una parte del convento nei primi anni dell'800 fu occupato dal primo corpo dei Pompieri dell'Italia preunitaria fondata da Giuseppe Napoleone.
Durante la seconda guerra mondiale fu in parte distrutta a causa dei bombardamenti.
Per anni la chiesa è stata abbandonata tanto da essere utilizzata anche come pista da motocross.
I primi importanti lavori di restauro furono realizzati nel 1975 con i fondi del Provveditorato alle Opere Pubbliche. Durante questi interventi furono rinvenuti nella cripta mosaici di età tardo repubblicana e nell'area del sagrato blocchi tufacei di età ellenistica.
Nel 1992 è stato effettuato un importante restauro del pavimento maiolicato del 1764 della fabbrica di Giuseppe Massa. L'ultimo intervento è stato realizzato nel 2021 dalle restauratrici della società Artes.
Oggi la chiesa conserva il grande capitello corinzio ritrovato nelle fondamenta, due sculture in stucco, David e San Simone di Matteo Bottigliero. Dipinti su tela di Marco Pino, Giuseppe Bonito, Giacomo Farelli e della scuola del Vaccaro e del Giordano.

SOTTERRANEI
Il percorso continua nel sottosuolo attraverso l "ascensore archeologico" inaugurato nel 2021 e conduce i visitatori ad una profondità di circa 30 metri.
Si arriva in una cava di tufo utilizzata per costruire gli edifici soprastanti e poi si cammina fino alle cisterne degli antichi acquedotti, valorizzati dalle spettacolari illuminazioni del Museo dell' Acqua. Ci si inoltra nei rifugi antiaerei con installazioni multimediali che proiettano il visitatore nella storia.

CAPPELLA SS.SALVATORE
La cappella del SS.Salvatore venne interamente restaurata nel 1766. Il pavimento risale al 1735. Tra le opere della cappella si può ammirare sull'altare la tela con la Trasfigurazione di Giuseppe Marullo e un trittico di autore ignoto, di manifattura francese, che rappresenta una Crocifissione con ai lati Luigi Nono, re di Francia e Carlo Magno raffigurati entrambi come santi.
La Cappella è nota anche come Cappella del Cappuccio, nome dell'arciconfraternita a cui appartiene.
CAPPELLA PONTANO
La Cappella costruita per volontà dell'umanista Giovanni Pontano, è un monumento in piperno costruito per ospitare le spoglie della moglie Adriana deceduta nel 1490.
Il tempietto è costruito in piperno e coperta da quattro lesene scanalate con blocchi di varie dimensioni. Gli ingressi sono due, sulla facciata sono presenti epigrafi con motti in latino scelti dallo stesso Pontano. Il pavimento maiolicato è coevo alla costruzione della cappella, è costituito da piastrelle ottagonali formate da un elemento centrale quadrato e da quattro mattonelle esagonali, presenta varietà cromatiche influenzate da prototipi ornamentali islamici e valenziani.
Il complesso della Pietrasanta gestito dal 2011 dall'Associazione Pietrasanta Polo Culturale Onlus, oggi ospita anche mostre temporanee ed eventi.