Piogge Sintetiche
edited by Stefania Trotta

Piogge sintetiche è la ricerca iniziata nel 2012 dell'artista Max Coppeta, un'indagine sulla possibilità di riprodurre eventi naturali artificialmente. Un ossimoro che racconta la nostra contemporaneità, dove il raggiungimento della perfezione estetica si avvale della scienza per superare le leggi della natura.
La finzione si sostituisce alla realtà creando un inganno credibile: un artificio contro natura. L'arte invoca la magia per ridisegnare nuove regole spaziali. Piogge non più liquide, non più inafferrabili, ma riprodotte, in un percorso esperienziale e visionario, utilizzando prodotti chimici e tossici che simulano i misteri della natura.
Diverse le opere che fanno parte di questa ricerca animate da una forza che trova nella gravità il suo equilibrio precario.

La gravità è anche una riflessione sul tempo, come nel caso dell'opera ZeroGravity, costituita da un sistema di elettromagneti che mantengono in sospensione una goccia di materiale chimico che imita l'acqua. La caratteristica principale di questo lavoro è il movimento nel vuoto, la realtà sembra superare se stessa per introdurci in una dimensione inedita fatta di regole nuove.
Similmente l'installazione Rainmaker trasforma questa forza di gravità in suono. I 7 parallelepipedi che la compongono, esposti in forma circolare, sono sovrastati da una teca in plexiglass contenente un cilindro rotante. Il fruitore, passeggiando nell'opera, viene così avvolto dal suono della pioggia, generato da un movimento meccanico.

Da queste due opere nasce la performance ZeroGravity in cui, a questi elementi di costruttivismo, arte concreta e cinetismo, l'artista fonde atmosfere teatrali e visionarie, contestualmente rigorose nella forma, che evidenziano quel senso della percezione ora distorta, mutante, irreale e ambigua, destinata a sancire un'attrazione atemporale con la sfera emozionale.
Nella performance la mancanza di attrazione genera lentezza nei movimenti, dilatando la nostra percezione della realtà. Un corpo, in assenza di gravità, si sposta anche senza alcuna azione fisica, qui, le azioni diventano insolite, espressioni sincopate, aritmiche come un gioco acrobatico che si prende gioco della normalità. Il cadere diventa così l'azione che riequilibra un sistema senza memoria del passato.
Una visione ottica, quella di Coppeta attenta alla deformazione della materia in cui si esplorano le capacità di manipolazione della realtà, tramite la riflessione e la rifrazione della luce sui materiali.

È il caso di Flow una macchina scenica di ben 13 moduli, legata al movimento basculante e alla scelta dei materiali, in questo caso una lega di alluminio che grazie alla sua leggerezza, garantisce una spinta molto dilatata nel tempo. I vetri, invece, sono cristalli extrachiari con una molatura a 45° per garantire il massimo della luce riflessa e della brillantezza.
Fa parte di questa ricerca anche Stipp of wind, composta da 400 strisce trasparenti di pioggia sintetica sospese che oscillano con gli spostamenti d'aria, cambiando la loro proiezione e riflessione. Un 'opera mutevole, instabile, sensibile, leggera, oscillante che riprende la filosofia della lentezza, di matrice orientale, forza espressiva in opposizione alla velocità del progresso tecnologico.

Sarà possibile vedere dal vivo il lavoro dell'artista Max Coppeta alla mostra personale Sospensioni Gravitazionali a cura di Cynthia Penna / Art 1307 che inaugurerà il 5 febbraio ore 17:00 presso Amira Art Gallery, via San Felice n.16, Nola (Na) / Italy - Ingresso su prenotazione -
Foto © Rosario Spanò | proDUCKtion.it/ Copyright © Max Coppeta. All rights reserved.