Quel che resta del fuoco | Bellantoni - De Nicola - Valli
Tre artiste, tre ricerche, tre visioni, una mostra. Fino al 9 ottobre il dialogo attuato da Elena Bellantoni, Arianna De Nicola e Delphine Valli negli spazi di Curva Pura, a Roma, a cura di Nicoletta Provenzano

Explorations - Beyond the Borders oggi arriva a Roma, negli spazi di Curva Pura dove Nicoletta Provenzano ha progettato la curatela di Quel che resta del fuoco, una mostra che porta in scena i lavori e le ricerche di tre artiste dalle identità ben definite, dai linguaggi subitamente riconoscibili. Ed è proprio per tale ragione che la mia esplorazione, insieme con voi, si affaccia sulla capacità - curatoriale, progettuale, espositiva ed artistica - di soprassedere ai limiti dell'egoformalità per accedere nello spazio - non più intimo - di una mostra ragionata e corale.
Come afferma Curva Pura "La mostra è un incontro di potenze e conformazioni elegiache trasformate nella vampa del tempo vissuto, di ideali e di edificazioni semantiche riflesse nelle perdite, unioni e separazioni di storie, nell'inquietudine della memoria e dell'oblio."
Ed è così che Elena Bellantoni, Arianna De Nicola e Delphine Valli grazie a Quel che resta del fuoco -titolo enigmatico e predittivo al contempo - danno luce ad un dialogo che prende vita dal fuoco, dal suo valore plurimo e puro che si anima a partire dal pensiero derriderriano racchiuso da Feu la cendre - di cui la traduzione è divenuta titolo della mostra romana - In un tempo come questo che viviamo e di cui siamo protagonisti, l'elemento del fuoco si rivela metafora ancestrale e profetica ed il progetto a cura di Nicoletta Provenzano si veste di una certa spinta riflessiva che appartiene al flusso meditativo, alla vibrazione della materia, alla sublimazione del fare.
La triplice visione delle artiste genera, nello spazio del reale, una sorta di attraversamento che è in grado di cogliere la metamorfosi del reale, le strade della sua interpretazione per metafora e analogia. Afferma a tal proposito la curatrice:
Le differenti poetiche delle artiste Elena Bellantoni, Arianna De Nicola e Delphine Valli attraversano questo fuoco linguistico in un transito materico, concettuale e spaziale, lasciandone discernere la non univocità, sussumendo e sublimando i suoi termini opposti, la verità del suo irreversibile mutamento, il suo valore mediativo.
Quel che resta del fuoco è una mostra che oserei definire alchemica da un punto di vista ontologico, che risuona nell'affastellarsi di elementi atti a determinare una necessaria ed essenziale trasformazione tesa ad una sorta di purificazione che evita l'oblio a memorie ancorate al passato che il fuoco, quale elemento ancestrale, sublima ed eterna.
Nicoletta Provenzano ha saputo vedere nella poetica di ognuna delle tre artiste, aggregate per differenza ma anche per analogia di matrice filosofica, e così ne ha descritto i prodromi all'interno del testo critico che accompagna Quel che resta del fuoco.
Elena Bellantoni, nel centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini, delinea una illuminata osservazione lungo le accorate, sperse e forse spente trepidazioni di coscienze e credi civili, rischiarate e personificate nella diacronia storica, sulle salde orme cineree di un fremito letterario e politico, riconosciute e sedimentate tra i quartieri di Testaccio e Ostiense nei silenzi e nelle malinconie, nelle grida e nei brusii di una vita che scorre istintiva e inconsapevole.

Arianna De Nicola, nella dispersione e sparizione inevitabile della materia, sutura e unifica in una trama fragile e tenace frammenti e cicatrici dell'addio, tramutando il dolore in una intima e struggente permanenza mnestica e sostanziale, ricomposta e rianimata, moltiplicata e disseminata in ogni elemento residuale, il ri-torno di un tutto dissipato nel nulla, tra ascesa e discensione, come azione medianica che sottrae le spoglie dallo spargimento e dalla desolazione luttuosa.

Delphine Valli, tra le fiamme della fucina, modella e tempra la traccia di un vuoto nell'esistenza, di una sospensione della percezione sensibile. L'artista, nella feroce saturazione irriflessa di un perdurare meccanico, conforma una spazialità geometrica, inserita e presenziata nell'oggettività della quotidianità di una dimensione esperienziale, che è flusso parcellizzato e sfumato nell'identità in-cosciente, custodita e innalzata ad assioma. Una fine che lentamente scompare e si spoglia del dicibile, diviene rinnovata combustione feconda, voce poetica che, pregnante, ma enigmaticamente silente, si rivela sussulto di persistenza.
Quel che resta del fuoco, come sottilineato nel testo, rimanda anche a quanto scritto da Gaston Bachelard ne La psicanalisi di fuoco: «Tra tutti i fenomeni è veramente il solo che possa ricevere in modo così chiaro i due valori contrari: il bene e il male. Splende in paradiso. Brucia all'inferno. E' dolcezza e tortura. E' cucina e apocalisse. [...] È un dio tutelare e terribile, buono e cattivo. Può contraddirsi: è dunque uno dei principi di spiegazione universale»
In tale solco ancestrale ed imperituro Elena Bellantoni, Arianna De Nicola e Delphine Valli si sono interrogate, hanno lavorato con la materia, con gli elementi, con il nostro tempo e quello, originario, dell'Arte. Ed è così che tale progetto va indagato e conosciuto negli spazi di Curva Pura.
Ma il tempo degli accadimenti stringe e 'ciò che resta del fuoco' vi aspetta sino al 9 ottobre.
Ph Credits Giorgio Benni
Quel che resta del fuoco
Elena Bellantoni - Arianna De Nicola - Delphine Valli
a cura di Nicoletta Provenzano
Dal 9 settembre al 9 ottobre 2022
Orari: su appuntamento - prenotare via mail curvapura@gmail.com o whatsapp 3314243004
Curva Pura
Via Giuseppe Acerbi, 1a - Roma
curvapura@gmail.com
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