Rocco Cardinale

04.01.2021

edited by Raffaele Loffredo

Quando sono entrato nel tuo studio a Las Palmas, guardando le tue opere, ho subito pensato alle creazioni di Mimmo Paladino ma anche di Jean-Michel Basquiat. Quali artisti, ed eventualmente in che termini, pensi abbiano influenzato il tuo percorso artistico?

Sono nato negli anni ottanta. E cioè in piena evoluzione del mondo dei "graffiti" e della "street art" in generale. Parlo di evoluzione perché questi movimenti artistico/creativi nacquero una decina di anni prima. Sono sicuramente stato molto influenzato dal mondo degli "skaters" e dei "writers", pur mantenendo una certa conoscenza di un'arte più "accademica", per così dire. Nel mio percorso formativo, naturalmente in costante mutamento e tutt'ora in processo evolutivo, mi sono sentito molto identificato anche nella Transavanguardia Italiana, dove, come tu ben affermi, troviamo come figura di spicco Mimmo Paladino, che apprezzo particolarmente. La Transavanguardia premiava il ritorno alla pittura dopo un periodo minimalista e "pulito" che ci fu negli anni settanta. Trovo che oggi ci sia un forte ritorno a quel minimalismo nel mondo dell'arte contemporanea. Io, come la Transavanguardia, premio la pittura, specialmente quella espressiva, che mette in secondo livello la tecnica per concentrarsi sul "concetto emotivo". E di qui passiamo al potente Neoespressionismo, quasi "Bad Art" newyorkese, quasi Artbrut. Dai graffiti pieni di pathos di J.M.Basquiat agli enormi e suggestivi lavori dell'attivista K.Haring, solo per citarne alcuni. Iter ispirativo che continua con nomi più contemporanei come l'artista Roger Ballen, che unisce con vigorosa passione la fotografia e l'Artbrut, e con David Lynch, che mi ha rapito con la sua filmografia ma, anche e soprattutto, con le sue tele.

Sei un artista italiano, di adozione Canaria e residente a Las Palmas. Le tue opere, spesso con tecnica mista, indagano la condizione dell'uomo nella società contemporanea; come nascono queste opere che guardano all'universo urban art ma anche ai sentimenti più profondi?

A mio avviso l'arte urbana è ben spesso connessa alla rappresentazione di un sentimento. I "graffiti" nascono come denuncia sociale. È la voce delle strade che protesta e vuole farsi sentire. Urla letteralmente. Ed è proprio questo il motore della mia ricerca artistica. Attingo moltissimo "materiale" da una semplice passeggiata. Una città con le sue vie può raccontare tante cose. Sono dell'idea che osservarne i muri o ciò che accade nelle sue strade può dirci molto sulla condizione dell'uomo moderno nella società contemporanea. Las Palmas de Gran Canaria è una delle città più grandi della Spagna, e, oltre ad offrire un'enorme spiaggia urbana, è anche ricca di realtà "underground" molto autentiche. Anche viaggiare, quando è possibile, e visitare quante più realtà le città possano offrirmi, è basilare per il mio lavoro da artista, magari ricercando ciò che è meno conosciuto e quindi più nascosto.

Negli ultimi anni hai esposto a New York, Copenaghen e a Gran Canaria (Centro Atlantico de Arte Moderno). Quali sono i tuoi futuri progetti espositivi e come immagini si evolveranno le tue tematiche e la tua poetica artistica?

A gennaio del 2021 comincio l'anno con una personale nel CAP, Centro de Artes Plásticas, qui a Las Palmas de Gran Canaria. Il progetto si chiamerà "Hoy" ("Oggi") e comprende una serie di venticinque tele realizzate tra il 2018 e il 2019. Sino a settembre, sempre del 2021, sono al Bank&Savings Museum di Copenhagen (mostra in corso da settembre 2020) con vari piccoli lavori che combinano scultura e pittura in una grossa collettiva internazionale. Si dovrebbe dare il via anche ad una esposizione collettiva a Parigi nel corso del 2021, pandemia permettendo, dove ci sarò con 20 piccole tele. In attesa che questi eventi si concretizzino, continuerò a lavorare nel mio studio, qui a Las Palmas, cercando la connessione tra la pittura e la scultura, alla quale inizio ad affacciarmi con un certo interesse.

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