Salvatore Calì: Wash The Globe
edited by Azzurra Immediato

La mia prima esplorazione 'oltre i confini' prende avvio da Nova Gorica, in Slovenia, grazie all'artista Salvatore Calì ed alla sua performance Wash The Globe, operazione live tenutasi il 19 giugno scorso negli spazi di Carinarnica Art Hube. Una performance afferente al progetto #StayWithMe di Artegiro, ideato e curato da Renata Summo-O'Connell, che coinvolge artisti, curatori e studiosi e vede Calì come promotore della Action 2.
La performance, disponibile per tutti in video, è filiazione di un peculiare modus operandi dell'artista di origini siciliane, il quale, nella sua speculazione di matrice concettuale, fonde l'osservazione del mondo con la metafora dell'oggetto, da cui scardina le impure superfetazioni, sino a raggiungerne e portarne ad emersione l'essenza più pura ed ancestrale, in quanto oggetto legato all'umano vivere. Il suo approccio multidisciplinare gli ha permesso sinora di agire per sperimentazione, ben compreso da una illuminata Renata Summo-O'Connell. È proprio nel testo critico a sua firma che leggiamo: "L'artista Salvatore Calì, al confine tra Italia e Slovenia, sceglie di rimanere in questa difficile contemporaneità, con il mondo tra le sue mani, dove l'arte cerca l'equilibrio tra presente e futuro, solitudine e solidarietà."

Azione come grafia del pensiero, come ciò che Gianfranco Baruchello definiva, nei suoi 'Esercizi', "necessità tra il progettare azioni, oggetti, immagini e il fingermi suggeritore, se non "istruttore"di esercizi tra il fisico e il mentale, ad uso di terzi, [...] Piccoli esercizi per avviare, provocare, l'idea dei piccoli sistemi personali di l'arte è figlia o nipote" e che pare ritrovarsi nel campo di indagine anche di Calì.
Ecco, dunque, che probabilmente lo stesso Salvatore Calì, il quale, con una formazione tecnico scientifica e giunto all'arte spinto da una urgenza interiore, come Baruchello, si lascia, di volta in volta, guidare dalla necessità del fare come traslazione di pensiero, come attuazione nel mondo reale di ciò che insiste nel mondo delle idee ed è infatti, dopo una lunga pausa, che nel 2010 ha ripreso il proprio percorso artistico senza più sosta, così come ha trascorso anni peregrinando nel Mediterraneo, dalla Sicilia, verso Malta ed ora Slovenia, con uno sguardo sempre rivolto al mare. Sguardo e visione che etertna attraverso il video, la fotografia e la performance, linguaggi nel cui alveo fa scorrere la vita, trasformando l'esistenza in riflessione perpetua, seducente, ove attivare attenzione e memoria, spesso in onirici paradossi.

Tornando alla live performance Wash The Globe, Salvatore Calì, riporta in atto il proprio dialogo in una dimensione utopica - fil rouge della propria ricerca - e l'interazione con la natura - che ridefinisce i rapporti dell'uomo con la realtà - delineando una diarchia inusitata ed obnubilata, dinanzi alla quale, tuttavia, l'occhio principe dell'artista pone l'osservante. La percezione entra in scena, costruendo e fugando dubbi, generando dimensioni inedite del quotidiano alle quali giungiamo ciechi ed a cui Calì invita ad agire: da spettatori Egli intende trasformarci in nuovi attori. In tal maniera, anche il progetto #StayWithMe di Artegiro, dichiara la volontà di coralità, non più arte da guardare in maniera passiva, bensì arte mediante cui generare azioni diffuse oltre la performance.
In che modo? Ancora dal testo critico, si scopre che Renata Summo-O'Connell ha affidato la Action 2 a Salvatore Calì racchiudendone il quid ontologico in affermazioni che provengono da una più ampia ricerca dell'artista; "Il mio fare arte spesso nasce da degli incontri, dove questi ultimi non solo persone ma anche oggetti, immagini e pensieri. Così quando ho visto un mappamondo in uno di questi ipermarket del basso costo mi è nata la volontà di fare qualcosa con questo simbolico e direi, quasi sacro oggetto. Noi siamo fatti della materia della Madre Terra, essa è noi e noi siamo Lei, siamo tutti i suoi figli" e la curatrice ne propone il parallelo con Elizabeth Grosz, secondo cui qualsiasi azione compiamo, anche la più impercettibile, ha un suo effetto sul mondo. Come accade nelle culture di matrice sciamanica, sottolinea il testo critico, l'azione simbolica o totemica stabilisce una azione 'vera' nella realtà in cui si intende e desidera intervenire. Salvatore Calì, pertanto, incalza e racconta la sua performance: "Credo che nella nostra epoca abbiamo bisogno di pulire il nostro mondo dalle scorie politiche, sociali, fisiche e predatrici delle risorse naturali che si sono accumulate sul nostro Globo a causa delle nostre spesso insane azioni. Lavare metaforicamente il mondo è in qualche misura lavarlo davvero, pulendo noi stessi al contempo."

Wash The Globe agisce con potenza di immagine nella memoria collettiva, generando pensiero in fieri, agendo nel presente, attraverso la forza dell'oggetto mappamondo, attraverso il simbolismo dell'azione umana, portando in scena l'ossimoro dell'azione salvifica - conscia della miriade di errori umani - e proponendosi come contemporaneo memento mori, proponendosi come strumento per una nuova esperienza corale, quella di mutare o migliorare la propria vita, quella degli altri e del mondo in cui viviamo.
Lo sguardo di Salvatore Calì, in fondo, non ha confini.
Ph credits and Courtesy: Artegiro Contemporary Art, Andreja Agrez, Salvatore Calì
