Valentina Tamborra: Skrei
edited by Azzurra Immediato

'Chi
viaggia senza incontrare l'altro, non viaggia, si sposta.'
Alexandra David-Née
È questo uno dei tratti che distingue lo spostamento dal viaggio, il muoversi dall'esplorare, il guardare dallo scoprire. Ed è forse questo stesso tratto che ha definito la tessitura del viaggio di Valentina Tamborra, fotografa milanese che, nella sua carriera, ha scelto gli angoli del mondo per raccontarne gli aspetti meno noti ma affascinanti. Se il suo obiettivo - fotografico - ha assunto, in un certo qual modo, il ruolo di bussola, ecco che i suoi scatti paiono srotolarsi, metaforicamente, come un atlante nuovo, una mappa che, attraverso le fotografie, sa raccontare quanto è solitamente lontano da ciò tutti conoscono.
SKREI - IL VIAGGIO è la mostra personale della fotografa milanese, ospitata dalla Fondazione Stelline e riaperta al pubblico - con il ritorno in Zona Gialla della Lombardia secondo regole di sicurezza - gratuitamente, sino al prossimo 26 febbraio.
L'esposizione è un percorso che si snoda come narrazione per immagini tra Italia e Norvegia, tra Roma, Venezia e le Isole Lofoten, seguendo le tracce già segnate dal navigatore Pietro Querini e che, oggi, la Tamborra traduce in un affascinante tragitto narrante storie di uomini, luoghi, tradizioni ma anche migrazioni che svelano una inusitata commistione di mondi e culture apparentemente distanti e che, al contrario, sono legati da un fil rouge antico e poetico, anche laddove non immagineremmo mai di trovare del lirismo esistenziale.
40 scatti che, sin dalla titolazione della mostra SKREI - lemma che deriva dalla tradizione vichinga e che, se oggi definisce il merluzzo, in verità, già in passato, descriveva il migrare, il viaggiare, l'andare verso - propongono sotto una nuova luce il legame che, già dal Quattrocento si è instaurato tra l'Italia e la Norvegia. Un legame nato e rafforzato grazie all'acqua, al mare e alla pesca. Un viaggio, quello avviato dalla Tamborra, a Roma, con lo studio su antichi manoscritti e pubblicazioni, conservati nella Biblioteca Apostolica Vaticana e proseguito nelle sale della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, dove sono conservate le preziose e poco note testimonianze delle avventure del nobile navigatore Pietro Querini. Come si evince dalle notizie offerte in mostre, "Querini, sopravvissuto al naufragio della sua caracca, arriva alle isole Lofoten nel 1432 e viene soccorso dai pescatori locali che gli fanno scoprire e conoscere i metodi di essiccazione, conservazione e preparazione del merluzzo, che esporta al ritorno nella sua Venezia, segnando le sorti culinarie dello stoccafisso nella tradizione italiana."
Dall'itinerario del nobile veneziano il parallelo si attua con quello che compie ogni anno la specie Skrei di merluzzo, una migrazione nel Mare di Barents che spinge questo tipo di pesce a ritornare nell'area a nord della costa norvegese per la deposizione delle uova; un'andare verso' di migliaia di chilometri che, come alpha e omega, si presentano quale metafora di un ciclo esistenziale universale e probabilmente perfetto.
Alla stessa maniera, Valentina Tamborra è partita dalle origini per giungere nel nostro tempo, per scoprire qualcosa che avviene e si manifesta ciclicamente la cui fascinazione ha generato, nella sua ricerca ma anche nella sua sfera emozionale, un processo in grado di tradursi in una vicenda fotografica. Attorno alla storia del merluzzo skrei, apparentemente considerato un cibo povero, in realtà, ruota un intero universo di persone, tradizioni, mestieri e visioni del tutto inusitate e, per qualche incomprensibile ragione, un mondo quasi magico, misterico, vera alchimia tra dimensioni lontane eppure profondamente legate, come in un abisso marino capace, però, di restituire in maniera inspiegabile, qualcosa di altrimenti inenarrabile.
Le fotografie, nella loro sapiente trama narrativa, generano una sottotraccia che riguarda le storie degli 'uomini d'acqua', per dirla con le parole della stessa Tamborra. Lei, con la propria macchina fotografica ha seguito pescatori italiani e norvegesi, mercanti ittici e tante persone che, nell'invisibilità dei flutti o della notte, sono attori di un universo a tratti onirico, favolistico, ha saputo poi cogliere l'essenza di conoscenze fantastiche e di istanti tanto preziosi quanto ignoti, come quando un pescatore od un mercante, dopo decenni di lavoro, si ferma per ammirare, con intensa e sempiterna meraviglia e stupore, un'alba od un tramonto, appare chiaro quanto questi 'uomini di mare' sappiano riconoscere, in mezzo al caos contemporaneo, la pura bellezza del creato.
D'un tratto, la fotografa ha persino imparato a stupirsi e guardare allo stesso modo la natura e gli avvenimenti che le accadevano attorno con il piacere di una sempre nuova scoperta, spogliando il proprio sguardo da ogni tipo di sovrastruttura altra; acqua e vento sono diventati i punti cardinali della sua ricerca, in un viaggio che, nell'incredulità della notte o nella pienezza del giorno, ha saputo generare un immenso atlante emozionale oltre che di immagini.
La mostra, curata per la Fondazione Stelline da Roberto Mutti, organizzata e promossa in collaborazione con Norwegian Seafood Council e con Tørrfisk fra Lofoten AS, vanta il patrocinio del Comune di Milano e Regione Lombardia, ed era, inoltre, afferente al calendario della quinta edizione del Vogue Photo Festival (19-22 novembre 2020). Accompagna poi la mostra un catalogo edito da Silvana Editoriale.
La chiusura delle istituzioni museali ha definito nuove rotte e, perciò, uno slittamento delle date che rende SKREI-IL VIAGGIO ancora visitabile anticipando, inoltre, una ulteriore peculiarità; la mostra, infatti, sottende già il concetto di 'viaggio nel viaggio' poiché l'artista e le istituzioni sono già al lavoro per far sì che SKREI possa arrivare in Norvegia, rendendo tangibile nel reale il viaggio di ritorno alle origini.

Photo credits: ©Valentina Tamborra, courtesy l'artista & Fondazione Stelline